02 novembre 2007

Morpheus: Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche
adesso,nella stanza in
cui siamo. È quello che vedi
quando ti affacci alla finestra, o quando
accendi il
televisore. L' avverti quando vai al lavoro, quando
vai in
chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che
ti è statomesso davanti agli
occhi per nasconderti
la verità.

Neo: Quale verità?
Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti
gli altri sei nato in
catene. Sei nato in una prigione
che non ha sbarre, chenon ha muri, che non
ha
odore. Una prigione, per la tua mente

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi scuso subito per la prolissità, ma forse vale la pena... Matrix, Platone, Vangelo: stesso concetto.

Mito della Caverna - Platone (Atene 400 a.C.)

Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dall'infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.

Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che alcuni uomini portino forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l'attenzione dei prigionieri.

I prigionieri sarebbero portati ad interpretare le ombre "parlanti" come oggetti, animali, piante e persone reali.

Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene: voltatosi verso l'uscita, in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del fuoco ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato.

Pian piano, il prigioniero liberato capirebbe il significato meccanico del mondo, comincerebbe a distinguere le cose da chi le produce, il significato dal significante, l'azione dal suo attuatore, l'oggetto dalla sua ombra.

Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall'ascesa con "gli occhi rovinati". Potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.

Tosi, tutti fuori dalla caverna, subito!